Descrizione
Descrizione Morfologica
Il convento fu edificato all’esterno del centro abitato e fu costruito in modo tale da sfruttare il più possibile l’arco solare. Nella progettazione delle strutture monastiche cappuccine non esisteva un punto cardinale preferito, anche se si privilegiava l’inclinazione Nord-Ovest e Sud-Est. Il convento di Albino venne costruito sull’asse Nord-Ovest, con la chiesa sul lato Nord per proteggere parzialmente il convento dai venti invernali. L’angolazione solare ed il decentramento delle due strutture permetteva di sfruttare il più possibile la luce ed il calore solare senza che gli alti muri della chiesa creassero ombre sulle strutture abitative. Al piano terreno nella posizione più salubre, venivano collocati gli ambienti più importanti e frequentati come il refettorio con l’annessa cucina e le foresterie, mentre al piano rialzato le celle per i frati residenti. Il refettorio si trovava così quasi sempre dal lato opposto della chiesa. Nel refettorio è conservato un dipinto del 1861 del pittore Nava dal quale si evincono i tratti tipologici del convento nelle sue forme ottocentesche. Nel rilevamento catastale del 1903 è già presente parte della struttura del Seminario con l’ampliamento del complesso conventuale verso nord. La nuova fabbrica con forma a quadriportico si sviluppa attorno ad un secondo chiostro, sviluppandosi su due piani fuori terra. È degli anni 20 la sua trasformazione con l’aggiunta della cappella e lo sviluppo di due corpi di fabbrica longitudinali. Trasformato e ampliato intorno agli anni 60 oggi ospita la Scuola di S. Anna. La pianta della chiesa è a navata unica (come tutte le chiese cappuccine), con copertura a volta a botte. Le cappelle laterali, una per ogni lato, sono di forma quadrata e rialzate rispetto alla navata di due gradini. Il prospetto principale della chiesa si affaccia su un piccolo sagrato, ed è diviso orizzontalmente da porticato. Il corpo centrale, corrispondente con l’unica navata della Chiesa, presenta una serie di cinque affreschi votivi di differenti dimensioni, ad opera dell’artista Achille Compagnoni (1955). Le cornici del portale sono in cemento bocciardato tinteggiate in bianco. La struttura muraria è rivestita da intonaco di malta cementizia posato a grandi riquadri ad imitazione della pietra. La facciata è sormontata da timpano con modanatura tinteggiata in ocra ad imitazione dei mattoni dei pilastri del porticato. La facciata è abbellita da due finte nicchie poste ai lati dell’ingresso principale; al loro interno due dipinti raffiguranti angeli che sostengono iscrizioni tratte dai fioretti di S. Francesco. Le finte nicchie sono racchiuse da una cornice con semplici decorazioni in cemento. Lateralmente al corpo centrale sono posti gli ingressi al convento ed al ex seminario. Gli interni della chiesa furono interamente decorati dai pittori Nembrini di Pradalunga intorno agli anni ’50, e probabilmente dai fratelli Dino e Gioachino (infatti sono riscontrabili analogie con le decorazioni presenti nella Parrocchiale di S. Girolamo Dottore in Torre de Roveri). Negli anni settanta tutte le superfici furono interamente ritinteggiate con un colore grigio-bianco; l’unico accenno di decorazione è uno spugnato di colore azzurro tenue contornato da una cornice grigia, eseguito in corrispondenza delle lesene e dei sott’archi dell’altare maggiore e di quelli laterali. Una parte della decorazione, quella relativa alle pareti del presbiterio, è stata riportata in luce nel 2005 in collaborazione con la scuola di restauro “A. Fantoni” di Bergamo. L’altare maggiore era anticamente arricchito da una Pala ad opera del pittore Zeno, raffigurante la Vergine Santissima che con gesto materno porge a S. Francesco suo figlio Gesù; accanto al Santo le figure di S. Carlo Borromeo e S. Albino. Questo quadro, ai tempi della soppressione napoleonica, passò in altre mani e venne sostituito da una pala con la Sacra Famiglia circondata da angeli ed ai piedi S. Francesco che offre a Maria il cuore e S. Pietro che le presenta le chiavi. Questo dipinto ora si trova al convento di Bergamo. Attualmente vi campeggia un grande affresco ad opera di Achille Compagnoni.
Descrizione Storica
Il convento di Albino trae le sue origini già dal 1613. La chiesa annessa, fu intitolata a S. Francesco e S. Albino nell’atto di consacrazione del 1625 dal Vescovo Federico II Cornaro. Non si conosce la forma e dimensione dell’originario convento, il primo documento catastale per il territorio di Albino è il rilevamento del 1814 (Catasto Napoleonico) nel quale si evidenzia planimetricamente la struttura monastica. La destinazione del convento a casa di propria abitazione è dovuta alla soppressione degli ordini religiosi voluto da Napoleone nel 1810. I Cappuccini vi fanno ritorno nel 1856; nel 1905 il convento è ampliato e nel 1909 si apre lo studentato per il ginnasio superiore; nel 1926 si avvia il seminario minore per le giovani generazioni. Sicuramente la posizione e la dimensione odierna non si discosta notevolmente da quella originaria seicentesca.
Elementi Significativi
L’obiettivo dell’insediamento dei Cappuccini in Albino non sarebbe stato raggiunto se la famiglia di Bernardo Spini non avesse dato un apporto economico decisivo. Costante è l’impegno di Bernardo nelle locali istituzioni religiose, a cui mette a disposizione la sua competenza per la gestione amministrativa e patrimoniale. Bernardo contrae matrimonio con la nobile Pace Rivola il 16 novembre 1568, con una dote di 2000 scudi. L’importante alleanza matrimoniale è celebrata con i ritratti di Bernardo e Pace dipinti da Giovan Battista Moroni, tra le opere più importanti della maturità del pittore.
Riferimenti Catastali
Censuario di Albino, mappale 17
Bibliografia
A.A. V.V., I Frati Cappuccini ad Albino 1613-2013, aprile 2013
UMBERTO CERUTI, Chiese e santuari di Albino, Brusaporto, Algigraf, ottobre 2009
Modalità d'accesso
L'accesso alla Chiesa avviene tramite un piccolo gradino facilmente superabile. Ingresso gratuito.
Indirizzo
Punti di contatto
Ultimo aggiornamento: 28 marzo 2024, 08:56