Descrizione
Descrizione Morfologica
Del porticato originale, a forma di ferro di cavallo, rimane oggi un solo lato, composto da sette campate con volte a crociera sorrette da archi a tutto sesto e poggianti su colonne in pietra bianca. Le colonne, di ordine dorico, poggiano su piedistalli che danno loro maggior slancio verso l’alto. Rispetto alla piazza il porticato è rialzato da una gradinata, originariamente invece i due erano complanari La parte superiore è composta da una serie di finestre, alternate a pareri piene, sottolineate da lesene e da una cornice marcapiano entrambe bianche come la facciata. La copertura del tetto è a falda inclinata con grondaia sporgente. Dopo il sagrato, si apre fin dal Cinquecento la piazza utilizzata come campo di gioco della palla elastica.
Descrizione Storica
Il sagrato fino all’epoca napoleonica (editto napoleonico di Saint Cloud Della Polizia Medica) fungeva da cimitero: era contornato dal portico che ora esiste solo sul lato settentrionale, mentre fino ad inizio Ottocento transitava davanti alla facciata della vecchia chiesa, più arretrata rispetto all’attuale, e proseguiva sul lato meridionale del sagrato. All’inizio del portico c’era la seicentesca chiesa dei Morti, la cui costruzione era stata autorizzata dal Comune per accogliere le ossa dei morti giacenti nel cimitero oltre il Serio. La chiesa, dedicata anche ai santi Angeli Custodi, divenne sede per l’insegnamento della dottrina cristiana ai ragazzi e successivamente è stata trasformata, nel 1955, in ambienti a servizio dell’Oratorio. La chiesa dei Morti fu costruita tra la fine del Seicento e i primi anni del Settecento. Da una perizia, per determinarne il valore d’asta, del 1806 siamo in grado di ricostruire come apparisse un tempo. Preceduta da un porticato di quattro campate con pavimento in cotto, presentava l’insolito orientamento nord-sud. Il portale di ingresso, sotto il portico, era affiancato da due finestre con grata, sopra le quali vi erano due lapidi di marmo nero incise, invitanti al suffragio dei morti. Nella parte superiore della facciata si apre tutt’oggi un ampio finestrone, precedentemente contornato da modanature barocche. La chiesa era a navata unica con presbiterio, coperta da una volta a botte ritenuta da tre chiavi in ferro, e con pavimento in cotto. Sul lato verso est della navata c’era una sagrestie con due ripostigli annessi, un ambiente di servizio con una scala a due rampe che portava al piano superiore. Al primo piano, sopra le volte del portico erano collocati l’oratorio, un corridoio e una stanza. Elementi Significativi Fino agli anni Cinquanta del secolo scorso una foratura nella facciata del portico permetteva il passaggio della luce, che andava a segnare lo scorrere del tempo su una meridiana collocata verso est sulla facciata dell’attuale cineteatro.
Elementi Significativi
Fino agli anni Cinquanta del secolo scorso una foratura nella facciata del portico permetteva il passaggio della luce, che andava a segnare lo scorrere del tempo su una meridiana collocata verso est sulla facciata dell’attuale cineteatro.
Riferimenti Catastali
Censuario di Albino, mappale 312
Bibliografia
FELICE NANI, La chiesa dei Morti in Albino. Storia e arte, Albino, febbraio 1997
GIANPIERO TIRABOSCHI, materiale non pubblicato
Modalità d'accesso
Il Sagrato è privo di barriere architettoniche, è presente una piccola rampa per accedere al porticato. Accesso libero.
Indirizzo
Punti di contatto
Ultimo aggiornamento: 27 marzo 2024, 16:30